Affabulazione

liberamente tratto dall’opera omonima di Pier Paolo Pasolini

Regia: Vania Castelfranchi

Interpreti cartellone 2011-2013: Cinzia Antifona, Vania Castelfranchi, Valentina Conti, Alessandro Feroleto, Federico Moschetti.


Spettacolo di Terzo Teatro, Affabulazione parte dal testo di Pier Paolo Pasolini per narrare l’esperienza della compagnia teatrale Ygramul sull’isola di Bali nel 2007 che ha visto gli attori coinvolti in un progetto teatrale di lotta e prevenzione alla pedofilia e al turismo sessuale.


I personaggi pasoliniani prendono vita all’interno di un ring, che ricorda quello balinese del combattimento dei galli. Il Padre, colpito da una passione pedofila, combatte in una sorta di delirio febbricitante con la sua stessa Ombra, incarnazione della morale e del tabu sociale, scontrandosi con il Figlio in una lotta di parole e di gesti che ricordano le danze balinesi. In questo scontro rende sua complice la Madre, incapace di denunciare e fermare la violenza maschile.

Gli attori costruiscono i gesti dello spettacolo con le conoscenze apprese nella permanenza a Bali (danze, maschere, vocalità, ritmo, ecc.). Anche nella ritualità dell’opera e nelle musiche dal vivo echeggiano le cerimonie sacre di festa, di cremazione e di battesimo del lontano mondo indonesiano.

Dopo un doloroso e sofferto scontro, emotivo e fisico, il Padre ucciderà il Figlio e denuncerà: “Ci sono delle epoche nel mondo in cui i padri degenerano e se uccidono i loro figli compiono dei regicidi.”


NOTE DI REGIA

Nello spazio sacro ma claustrofobico della casa, si consumano le complesse dinamiche di ruoli della famiglia occidentale. Ciascuno svolge la sua danza rituale di parole, gesti, rivolte e ritorni. In questa angosciosa cerimonia, anchilosata da dinamiche prestabilite dalla cultura occidentale-cattolica, si inserisce la violenta rivolta di un Padre (esplosa come una malattia improvvisa e combattuta da un'Ombra morale e teatrale che aggressivamente tende a preservare il cerchio familiare). La pedofilia, in questa lettura balinese diviene una ‘tautologia’ della nostra cultura; unica via di sfogo dalla struttura familiare imposta, obbligata per i più deboli e schivata con sforzi, nevrosi e frustrazioni dai più forti. Si entra, come nella cultura indonesiana, in un vortice del destino, senza possibilità di rivolta, ove il Figlio deve uccidere il Padre (mito di Edipo) oppure il Padre abusare del Figlio (mito di Urano e Saturno). Unica possibilità di modificare questo karma è la reale rottura del limite/casa, la capacità di sfuggire, al momento giusto, dal concetto stesso di Famiglia, culla della vita ma anche sua morsa mortifera.

Vania Castelfranchi


Durata dello spettacolo:  circa 90 minuti

Numero di episodi: prologo/otto episodi/epilogo (senza interruzioni)

Spazio richiesto: Pedana o palco  6mt. x 6mt

Altezza minima :4 metri

Kw impegnati 3

Impianto luci e fonica: adattabile in base alle esigenze dello spazio scenico

Possibilità di spettacolo all’aperto serale


Nota: Lo spettacolo è accompagnato da una mostra fotografica e da un cortometraggio video sull’esperienza del Gruppo a Bali, allestiti senza richiedere particolari mezzi al teatro


programma di sala e guida allo spettacolo


Approfondimenti:


Teatrerie n.57

Teatrerie n.26

Teatrerie n.27

Cos'è la pedofilia

Perchè l'isola di Bali e il mondo indonesiano

Intervista a Vania Castelfranchi


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Info:

cell. 327-1974360

email : ufficio@ygramul.net

 
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