Il 29 ottobre la Compagnia ECHOES compirà ben 14 anni e per festeggiare il 16 e 17 NOVEMBRE saranno ospiti del Teatro Ygramul con lo spettacolo “COMPAGNIA ECHOES GALA”, spettacolo in due atti in cui verranno proposte coreografie di repertorio per ripercorrere la nostra storia.
Ogni coreografia è a sé stante ma tutte hanno il filo conduttore della ricerca del movimento e del gesto che in questi anni ha caratterizzato il lavoro della compagnia.
La compagnia ECHOES presenta
COMPAGNIA ECHOES GALA
Coreografie di Giuliana Maglia
Con: Matteo Bonsignore, Laura Di Biagio, Alessia Forliti, Giuliana Maglia, Sara Molinaro, Federica Troili
E con: Grazia Rita Visconti (voce)
PRIMO ATTO
SET THE CONTROLS FOR THE HEART OF THE SUN / Il ciclo della vita
Dallo spettacolo “Pink Floyd Suites 3” – 2023
Con: Matteo Bonsignore, Laura Di Biagio e Giuliana Maglia
Un’atmosfera psichedelica donata dalle note di questo brano ci porta a visualizzazioni riguardanti il ciclo della vita, l’alba che sorge, la notte che arriva inevitabile e il delirio che c’è nel mezzo. La vita è un viaggio per raggiungere la verità, ma la verità è l’accettazione dell’inevitabile notte che giunge per tutti con la speranza del sole che resta sempre lì, fermo, e che torna con ogni alba a illuminarci.
TOCCARE CON LA MENTE
Dallo spettacolo “Synesthesia” – 2019
Con: Laura Di Biagio
Il potere della mente è tale da farci sentire la sensazione tattile anche solo pensando a qualcosa. Immaginiamo un’esperienza sensuale, quanto la mente può portarci altrove e farci provare sensazioni che sembrano reali.
I SONNAMBULI
Dallo spettacolo “Fase R.E.M.” – 2018
Con: Matteo Bonsignore, Alessia Forliti, Dario Latini, Giuliana Maglia, Sara Molinaro
Quanto siamo padroni della nostra vita? Quanto di quello che accade realmente è davvero quello che avevamo sempre sognato? Certe volte siamo svegli e vaghiamo per le strade come dei sonnambuli in balia della routine. Facciamo sempre le stesse cose, difendendoci dai possibili “urti” che una variazione di programma, anche piccola, potrebbe comportare. Mettiamo le mani avanti, come fanno i sonnambuli per proteggersi. E restiamo sospesi, ciondolanti, chiedendoci se siamo svegli o se stiamo dormendo. Perché spesso siamo più “svegli” durante i nostri sogni che nella vita reale, ci sembra di essere più vivi e di poter afferrare anche i desideri più profondi e più impossibili. “A volte credo di essere sveglio. Ma in realtà sto solo sognando”. E quanto è bella quella sensazione di vita e libertà che ci sembra tanto reale da crederla vera!
MANGIARE CON GLI OCCHI
Dallo spettacolo “Synesthesia” – 2019
Con: Laura Di Biagio
“Anche gli occhi hanno la bocca”. Si, certe volte nella vita di tutti i giorni ci capita di mangiare con gli occhi: leggendo il menu di un ristorante, osservando passare un bel ragazzo o una bella ragazza, sbranando una vetrina con un abito troppo costoso per le nostre tasche … e piano piano talvolta si diventa schiavi e incapaci di controllare questi impulsi.
GLI AMANTI PERDUTI
Dallo spettacolo “The Time is out of joint” – 2022
Con: Matteo Bonsignore, Laura Di Biagio, Giuliana Maglia, Federica Troili
Succede talvolta che per le relazioni il tempo si esaurisca. I gesti diventano vuoti, si sta vicini ma si guarda in direzioni opposte. E’ sempre difficile da accettare la fine di una storia d’amore e spesso davanti agli altri ci si forza nel farsi vedere come si era ma si tratta di immagini fugaci che non hanno più sincerità né spessore. Poi arriva la consapevolezza, il tempo di quella coppia è scaduto ma ognuno dei due individui riprende il suo percorso di vita, imparando a lasciar andare, sciogliendo un legame, andando avanti.
L’ASSE DI EQUILIBRIO
Dallo spettacolo “L’asse di Equilibrio” – 2011
Con: Sara Molinaro
Lettura a cura di Grazia Rita Visconti
L’asse di equilibrio rappresenta il tempo della vita, da percorrere unidirezionalmente, dando valore a ogni singolo passo, in bilico tra stabilità e caduta, facendo attenzione, per quello che si può, a restare in equilibrio. Continuando, con ansia mista a curiosità e speranza, a camminare, fino all’ultimo passo.
SECONDO ATTO
THE DARK SIDE OF THE MOON
Spettacolo “The Dark Side of the Moon” – 2013
Con: Matteo Bonsignore, Laura Di Biagio, Alessia Forliti, Giuliana Maglia, Sara Molinaro, Federica Troili
Prologo: Il bianco e il nero, il noto e l’ignoto, la certezza e il dubbio, la consapevolezza e l’incoscienza, la vita e la morte: insieme, uniti, indissolubili, questi dualismi convivono nel genere umano. Insieme ma separati, uniti ma distinti.
Ognuno ha il proprio lato oscuro (Speak to me – Breathe): Inconsapevolmente in ogni momento della nostra vita ci ritroviamo a dialogare con la parte oscura (nascosta) di noi stessi. Questo nostro doppio essere a volte resta assopito e non ci crea problemi, altre ci disturba, altre ancora ci spaventa, in alcuni casi ci aiuta, in altri avremmo voglia di strapparci di dosso qualcosa che sentiamo non provenire da noi oppure ci piacerebbe tirare fuori qualcosa che sentiamo ma che non riusciamo a far uscire da noi stessi.
Le paure (On the run): Quando ci rendiamo conto di avere dei lati nascosti, quando ciò che è manifesto e ciò che è celato entrano in contrasto, entriamo in una condizione di caos emotivo che si traduce in amplificazione delle nostre paure, del vuoto che lascia dentro di noi ogni domanda che non trova risposta.
Il tempo (Time): La vita è fatta di tante situazioni, di innumerevoli incroci di vite. In tutto questo il tempo passa, avanza ininterrotto come un metronomo. E’ un’unità di misura imparziale che inconsapevolmente condiziona molti aspetti della nostra vita. Il tempo è sempre troppo o troppo poco; vola o sembra non passare mai; costruisce e distrugge ogni cosa.
Il peso dell’esistenza (The great gig in the sky): Il tempo della vita dal momento in cui nasciamo non si ferma mai e ogni giorno che passa il filo che ci lega alla morte si accorcia e lei si insinua sempre di più nei nostri pensieri rendendo la vita sempre più pesante. Fino all’ultimo, come natura umana vuole, ci sforziamo di continuare e di andare avanti, perché vale sempre la pena risollevarsi e continuare a vivere, ma la morte alla fine vince sempre sulla vita e arriva per tutti.
La ricchezza (Money): Nessun uomo dovrebbe cedere alle lusinghe del denaro: i soldi e il potere, l’ossessione del gioco, il desiderio di onnipotenza, l’ergersi al di sopra degli altri possono darci qualche fugace momento di appagamento ma presto ci si accorge di star perdendo il senso morale, divenendo schiavi di quello che si ha e non potendo più accontentarsi di nulla, riscoprendosi, dunque, poveri.
Comunicare con l’altro (Us and them): Bisogno e paura di comunicazione: il quadro perfetto della società contemporanea. Desideriamo comunicare con gli altri ma abbiamo paura di essere “contaminati” dall’altro. Siamo isolati ma non saremo mai soli: un filo ci unisce al resto dell’umanità anche se cerchiamo di fuggire, di crearci la nostra campana di vetro. Più cerchiamo di scappare dagli altri più il bisogno umano di vivere insieme ci annoda ai nostri simili.
Così unici, così simili (Any colour you like): Ognuno di noi ha la propria caratteristica vincente, qualcosa che lo faccia sentire il migliore, un aspetto manifesto di sicurezza in se stessi. Questa caratteristica resta in vigore fino a quando non arriva qualcuno che sembra avere qualcosa in più di noi e quel qualcuno arriva sempre, puntualmente facendoci perdere la sensazione di essere speciali. Perché il migliore in assoluto non esiste, tutto è relativo: rendendoci conto di questo capiamo di essere tutti speciali in ugual misura, quindi tutti simili.
Chi è il folle? (Brain damage): Noi siamo abituati a guardare il mondo con gli occhi della “gente normale”. E se provassimo a guardarlo con gli occhi dei “folli”? Chi ha stabilito cosa è “normale” e cosa non lo è? Una maggioranza di persone che vedevano le cose nella stessa maniera. E se fosse stato tutto un errore, se un unico essere umano sano si fosse ritrovato in un mondo di folli? Chi sarebbe veramente il folle?
Ogni cosa è chiara sotto il sole ma il sole è offuscato dalla luna (Eclipse): Come fantocci tirati e tenuti su da fili invisibili ci illudiamo di vivere la nostra vita da protagonisti essendo noi stessi e autentici ma in realtà siamo oggetti di qualcosa che sta al di sopra di noi, che va oltre la nostra comprensione, quindi ogni cosa che facciamo, vediamo, assaggiamo, ogni esperienza che viviamo è filtrata, ci appare chiara ma in realtà è diversa da come noi la percepiamo.