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La pedofilia indica l'attrazione sessuale di un soggetto sessualmente maturo verso soggetti che invece non lo sono, cioè infanti e bambini in età pre-puberale, benché non ci sia un limite ben preciso, perché esso varia da cultura a cultura, nella cultura occidentale tale limite è generalmente fissato intorno ai 12-14 anni.
La parola pedofilia deriva dal greco “ fanciullo” e “amicizia”, “affetto”. In ambito psichiatrico è catalogata nel gruppo delle parafilie, ovvero tra i disturbi del desiderio sessuale. Nell'accezione comune, al di fuori dall’ambito psichiatrico, talvolta il termine pedofilia si discosta dal significato letterale e viene utilizzato per indicare quegli individui che abusano sessualmente di un bambino, o che commettono reati legati alla pedo-pornografia. Questo uso del termine è inesatto. La psichiatria e la criminologia distinguono i pedofili dai child molester (molestatori o persone che abusano di bambini). Le due categorie non sono coincidenti. La pedofilia è una preferenza sessuale dell’individuo o un disturbo psichico, non un reato. Il termine medico, infatti, definisce l’orientamento della libido del soggetto, non un comportamento oggettivo, e vi sono soggetti pedofili che non attuano condotte illecite, come si hanno casi di abusi su bambini compiuti da individui non affetti da pedofilia.
Spesso il termine pedofilia viene usato per definire un'intera tipologia di reati, cioè gli atti illeciti che sono conseguenza del desiderio sessuale pedofilo. Anche se questi atti illeciti possono comprendere atti gravissimi di violenza, il coinvolgimento del minore in attività sessuali - anche non caratterizzate da alcun tipo di violenza o minaccia - è di per sé considerato reato. "L'abuso sessuale costituisce sempre e comunque un attacco confusivo e destabilizzante alla personalità del minore e al suo percorso evolutivo" (cfr. Loredana Petrone).
Nella nostra cultura e’ in forte aumento non solo la spinta alla pedofilia ma in generale una forte ricerca dell’abuso e del possesso/controllo dell’infanzia, della verginita’, della giovinezza-purezza.
La diagnosi in psichiatria: l’attrazione sessuale - in qualche misura - verso i bambini non è sufficiente per la diagnosi di pedofilia. La psichiatria (secondo il criterio DSM IV-TR) definisce pedofili solo quelle persone, aventi più di 16 anni, per le quali i bambini o le bambine costituiscono l’oggetto sessuale preferenziale, o unico. Occorre inoltre che il sintomo persista in modo continuativo per almeno 6 mesi. Non si considera pedofilia il caso di persone maggiorenni quando la differenza di età rispetto al minore è meno di 5 anni. Non sono da considerare pedofili i soggetti attratti principalmente da persone in fasce di età pari o superiori ai 14 anni (l’attrazione per teenagers è definita con i termini poco usati efebofilia e ninfofilia o «sindrome di Lolita»).
Il criterio psichiatrico DSM prevede diverse specificazioni, la pedofilia può essere: di Tipo Esclusivo (attratto solo da bambini\e) oppure di Tipo Non Esclusivo (persona attratta anche da persone adulte); di Tipo Differenziato (attrazione solo per uno dei due sessi) oppure di Tipo Indifferenziato. L’attrazione per bambini maschi risulta mediamente più resistente fra i child molester: il tasso di recidiva dei soggetti attratti da bambini è circa doppio di quelli attratti da bambine. Tali aspetti sono anche meglio dettagliati nell'ambito della psicopatolgia sessuale dei "Sexual Offender", vale a dire di quella categoria di persone che a motivo della loro compulsività sessuale rientrano nelle casistiche giudiziarie e attuano comportamenti che vengono riconosciuti come penalmente rilevanti. Il Tipo Indifferenziato inoltre sembra essere mediamente più grave del Tipo Differenziato. Vi è inoltre una forma di pedofilia limitata all'Incesto (interesse rivolto solo a figli/e o a fratelli/sorelle).
D'altra parte, il criterio categoriale del DSM non considera l'aspetto dimensionale del disturbo: vale a dire che nell'ambito della stessa diagnosi esistono svariate manifestazioni di gravità della stessa che solamente un accurato esame della psicopatolgia sessuale è in grado di definire con precisione.
Gli psicologi distinguono tre tipologie di pedofilia: latente, attiva e killer.
La prima è quella caratterizzata da una morbosa passione per i ragazzini, che resta a livello di fantasie erotiche (latente viene dal verbo latino "lateo", cioè nascondo).
La pedofilia attiva, considerata il passo successivo di quella latente, è quella in cui si realizzano violenze psichiche o fisiche a danno dei bambini; ad esempio somministrando loro droga allo scopo di stordirli in modo da facilitare l'abuso sessuale.
Il tipo killer il pedofilo manifesta una lato un sadico il cui massimo godimento rappresenta la morte della vittima.
Tra le pratiche diffuse vi è anche quella di filmare gli abusi per serbarne memoria, per una condivisione tra pedofili o per una commercializzazione ad esempio attraverso internet pare essere una modalità particolarmente usata negli ultimi anni. Il mercato della pedo-pornografia su internet presenta un indice di crescita elevato.
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