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rassegna di teatro dal 20 al 29 giugno

venerdì 20 / ore 22.00

RATTATUJU /concerto

Reggae band di S. Angelo Romano, un paese a circa 30 km dalla capitale, formata da otto musicisti che, dal 1995 dopo esperienze musicali di vario genere, approdano ai ritmi roots reggae, rocksteady e dub.  “Rattattuju” è un termine dialettale usato per definire una sorta di miscuglio disordinato, ma vivace, un intruglio colorito e multiforme, indefinibile ma allo stesso tempo definito nel suo insieme di vitalità. Questo è il messaggio che i Rattattuju trasmettono con i loro testi: l’unione e la globalità attraverso la comprensione delle diversità e delle difficoltà. Li unisce la passione comune per le tradizioni culturali e la voglia di valorizzare le proprie radici che si concretizza nell’utilizzo di testi in dialetto.  Hanno inciso e autoprodotto due CD: “Raiche” e “Senza inutili commenti”.

L’incasso della serata sarà devoluto a favore di Oscar Fasciani, travolto nel 2005 da un’auto e tuttora in condizioni molto gravi, che necessita di una terapia riabilitativa quotidiana e di cure mediche intensive.

www.rattattuju.it  / www.insiemeperoscar.org

sabato 21
/ ore 21:00

[Teatro Ygramul/Laboratorio Caryllon]

DOC(11)OR  FAUST

(da “ Il Dottor Faust ” di C. Marlowe)
Il lavoro parte dallo studio di Lecoq e dei buffon “quelli che non credono in niente e ridono di tutto”. Creature mostruose e divertenti allo stesso tempo, dove l’intero corpo diventa maschera. E da qui l’idea che ognuna di queste creature tenti, indossando i panni di Faust, di rialzarsi, di abbandonare il proprio stato, non riuscendovi mai. (Ricerca Patafisica del BEY)

domenica 22
/ ore 21:00


[Teatro Ygramul/Laboratorio Saltymbanco]

NEL BEL MEZZO DI UN GELIDO INVERNO

Il percorso laboratoriale “Saltymbanco” (ricerca Patafisica del BEY) viaggia quest’anno verso la drammaturgia comica di Kenneth Branagh (sceneggiatura di uno dei suoi film) per giocare con le tonalità drammatiche e comiche dell’Amleto di W. Shakespeare. Un improbabile regista riunisce una sgangherata truppa d’attori/ci e mostra il percorso di formazione del suo spettacolo.

ore 22:30

[Teatro Ygramul/Laboratorio Caryllon]

DOC(11)OR  FAUST

(da “ Il Dottor Faust ” di C. Marlowe)

lunedì 23
ore 21:00


[Teatro Ygramul/Laboratorio Saltymbanco]

NEL BEL MEZZO DI UN GELIDO INVERNO

martedì 24
/ ore 21:00

[Teatro Ygramul/Laboratorio Ludyka]

RUMORI FUORI SCENA

Il percorso laboratoriale “Ludyca” (ricerca Patafisica del BEY) porta i suoi giullari a mischiare la struttura scenica del teatro a canovaccio della commedia dell’arte con la drammaturgia contemporanea di Michael Frayn. I corpi e le maschere degli artisti di strada del 1200 narrano della formazione di una commedia e della successiva deformazione durante le repliche, mostrando al pubblico il dietro le quinte del teatro.

/ ore 22:00

[Teatro Ygramul/Laboratorio Yogurt]

GLI UCCELLLI

Il percorso laboratoriale “Yogurt” (ricerca Patafisica del BEY) affronta l’architettura della commedia classica in uno degli autori più anarchici ed irriverenti del teatro:Aristofane. Gli attori/ci, come un gruppo di coreuti, scortano il pubblico verso l’utopia degli uccelli per riscoprire,  al termine della lunga ricerca, che in realtà il mondo degli uomini è già il migliore dei mondi possibili. Gli uccelli rappresentano  non la libertà ma la solitudine, non la comunanza ma il sopruso, non la profondità ma la superficialità piumata. Tema in questi giorni sempre più attuale, nell’incapacità di ogni singolo di accettare le diversità.

mercoledi 25
/ ore 21:00

[Teatro Ygramul/Laboratorio Yogurt]

GLI UCCELLLI

giovedì 26 / ore 21:00

CONFESSIONI DI UN MOSTRO

con Vincenzo Occhionero
regia patafisica Vania Castelfranchi

Liberamente ispirato dal libro di Saverio Lodato “Io ho ucciso Giovanni Falcone” / “Anch’io ho pensato che forse poteva interessare a qualcuno come si possa diventare un mostro. Perché mostri si diventa.” G.B. / Mi sono proposto di raccontare come Giovanni Brusca sia potuto diventare quello che è diventato.

venerdì 27 / ore 21:00

ANTIGONE E LA TERRA

di Roberto Sandrucci
regia Laura Sales

Antigone e la terra ripercorre il mito dell’eroina greca con un testo nato all’ incrocio tra rivisitazione letteraria − con riferimento diretto all’Antigone di Sofocle e ai Sette contro Tebe di Eschilo − e proposta civile di motivi e suggestioni riconducibili ai temi dell’ambientalismo, dell’anti-militarismo e dell’alienazione nella società delle macchine. La scena si svolge a Tebe nell’arco di pochi giorni e viene narrata dal Corifeo. Prende avvio dal risveglio della città dopo la battaglia vittoriosa contro Argo nella quale hanno perso la vita i fratelli della protagonista, Eteocle e Polinice. Questi, arruolato nelle file dell’esercito nemico, giace insepolto, esposto ai cani e ai rapaci, per ordine del re Creonte. Appare Antigone, affranta e incompresa nel suo tormento dalla sorella Ismene; il dialogo tra le due è il paradigma dell’incomunicabilità. La narrazione prosegue con la rievocazione del bombardamento su Tebe che ha mietuto vittime innocenti. Lo scontro tra gli eserciti viene descritto come un innamoramento orgiastico, guidato da generali esibizionisti e votati al denaro, indifferenti alle sorti del mondo.  La scena torna al giorno dei festeggiamenti per la vittoria, quando Antigone giunge nascostamente nel palazzo di Creonte, rappresentato come un avvocato tronfio e farisaico, e rivolge al re la domanda che riassume il suo dramma interiore: “Non hai pietà per la terra?”. Segue un accorato monologo di Antigone che la mostra, diversamente dall’icona classica – qui come nei soliloqui seguenti –, sfatta, quasi perversa, pericolosa nella sua lucida follia. Cala la notte. Antigone è visitata in sogno dal padre Edipo. Trasgredendo le disposizioni di Creonte esce dalle mura per dare sepoltura alle spoglie del fratello, mentre i Tebani, intorpiditi davanti ai televisori accesi, vengono frastornati dalla pubblicità di nuovi modelli di apparecchi tv. Nel quadro successivo il Coro chiede ad Antigone di raccontare l’origine della disgrazia della sua famiglia: l’uccisione di Laio da parte del figlio Edipo frutto di un destino crudele e imponderabile. Nell’indifferenza generale Antigone viene arrestata. I Tebani non comprendono la gravità di quanto sta accadendo, distratti questa volta da un evento di cronaca spicciola – un piccolo incidente con una caldarrosta in una via commerciale – enfatizzata dall’informazione mediatica. Antigone viene torturata e condannata a morte. Prima dell’esecuzione un ultimo ricordo che vede Edipo e Antigone bambina recarsi pellegrini al tempio trasformato in un autosalone: simulacro della nuova religione dell’automobile. Si avvicinano gli ultimi istanti di Antigone: la sua morte si compie in trentadue secondi nell’affastellarsi di brevi pensieri e immagini sempre più rarefatte e infine liberatorie. 

Antigone secondo il mito

La storia di Antigone è stata affidata a varie tradizioni, orali e scritte, che vanno dai tempi antichi ai giorni nostri. Tra le fonti letterarie le più note sono le quattro tragedie del V secolo ateniese: Sette contro Tebe di Eschilo, Antigone  e Edipo a Colono di Sofocle, le Fenicie di Euripide. In tempi recenti il mito è stato riletto da Cocteau, Anoulih, Brecht. La vicenda di Antigone, di là dalle varianti della trama, segna la conclusione della tragica saga familiare di Edipo. Questi uccide per disgrazia suo padre Laio e sposa ignaro sua madre Giocasta. Dalla loro unione incestuosa nascono due maschi, Eteocle e Polinice, e due femmine, Antigone e Ismene, destinati a scontare l’ostilità del Fato: Eteocle e Polinice si uccidono a vicenda in battaglia, nemici nella guerra tra Tebe e Argo; Antigone viola il decreto del tiranno Creonte che impedisce la sepoltura di Polinice e per questo viene condannata a morte.

 

sabato 28 e domenica 29 / ore 21:00

[Linea Grigia]

MEDEA

con Antonio De Luca, Alessandro Seghetti, Chiara Cicciarelli, Claudius Weykonath, Cristina Gnisci, Francesca De Felice, Geanina Pavel
adattamento e regia Federico Ruscito

Per amore di Giasone,  Medea aiuta gli Argonauti a recuperare il vello d’oro, fino ad arrivare a tradire il padre, la patria e a uccidere il suo stesso fratello.
Portata a Corinto, si vede tradita dal marito che si risposa con la figlia del re per acquisire rango reale.
Tradita e umiliata, legata a leggi che non le appartengono, Medea tesserà il suo destino con le sue stesse mani fino ad arrivare, spinta dalle sue passioni, a compiere una strage, culminando con l’assassinio dei suoi stessi figli.
Il laboratorio, con approccio sperimentale, mette in scena gli aspetti di un personaggio il cui mito ancora oggi ci meraviglia per la sua modernità.

 

Per tutta la durata della rassegna MOSTRA “Dalle Ombre alle Stelle”

Percorso Artistico con le Sagome d’Ombra, le Pubblicazioni e le Poesie dell’artista abruzzese Luciano Emiliani.

“Luciano Emiliani è sicuramente un personaggio singolare del panorama teatino. Si muove con disinvoltura tra poesia e pittura, tra teatro e letteratura; significativi sono i suoi interventi urbani che, dalla fine degli anni ottanta ad oggi, hanno allietato le vie di Chieti.”

 

Ingresso ad ogni serata 5 euro + tessera associativa annuale (3 euro)
Per informazioni e prenotazioni: info@ygramul.net / 331 4703950


 

illustrazione di Fiammetta Mandich

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